Il crash post performance è più intenso per i creativi?

Il "dopo performance"

Il "dopo" di una performance creativa è una zona silenziosa.
Quasi mai raccontata, quasi mai prevista.
Eppure, dal punto di vista neuroscientifico, è uno dei momenti più delicati del funzionamento mentale.

Durante la performance – un palco, un lancio, una presentazione, una consegna importante – il cervello entra in un assetto di forte attivazione: dopamina per la spinta, noradrenalina per la vigilanza, cortisolo per stare in equilibrio sotto pressione.
È un assetto efficace, ma costoso.

Quando il picco finisce, il sistema deve rientrare.

Ed è qui che arriva il crash: stanchezza, vuoto, rallentamento, ipersensibilità.
Non è un crollo emotivo.
È fisiologia.
È il sistema nervoso che abbassa l'attivazione per tornare alla baseline.

Nel lavoro creativo questo passaggio è ancora più intenso.
Perché la performance non è solo tecnica: è identitaria.
Non si espone un output, ma una parte della mente.
La sensibilità è più alta, l'apertura emotiva più ampia, e la valutazione esterna non sfiora: attraversa.
Per questo il rientro non riguarda solo i neurotrasmettitori, ma anche ciò che si è lasciato aperto per creare.

  • Il crash ha due strati: biologico ed emotivo - Coerenza con la neurofisiologia di un cervello che lavora per intensità, profondità e immersione.

Nel lavoro creativo il crash è più forte proprio perché, durante la performance, si attivano più sistemi contemporaneamente: attenzione, emozione, associazione, relazione.
E quando questi sistemi si spengono, non si spengono allo stesso ritmo.

È in questo disallineamento che nasce il crash.
È lì che il sistema chiede tempo, respiro, decompressione.

Non perché è fragile, ma perché è vivo.

Quindi, il crash post performance è più intenso? È una delle domande che interessa Creative Mental Health Lab: quali condizioni possiamo co-progettare, persone, team e organizzazioni insieme, perché il rientro da un picco creativo non diventi un punto di rottura, ma una fase protetta e prevista del lavoro creativo.

Fouzia Draoua

per approfondire: Sapolsky, R. M. Why Zebras Don't Get Ulcers. Henry Holt & Co.