La chiarezza mentale si protegge, non si pretende

Chiarezza mentale, lucidità...

La chiarezza mentale non nasce da uno sforzo.

Non arriva perché "ci provo di più", né perché stringo i denti quando l'attenzione si spezza o la mente si offusca.
La chiarezza mentale è una condizione neurofisiologica: emerge quando il sistema nervoso ha abbastanza regolazione, energia e spazio per orientarsi.

Ed è per questo che non può essere pretesa.
Può solo essere protetta.

Protetta dal sovraccarico sensoriale, dalla pressione continua, dalle richieste simultanee, dalla mancanza di rientri tra un compito e l'altro.
In questo senso, possiamo dire che la mente creativa non perde chiarezza perché è fragile: la perde perché è un sistema che lavora con la profondità, l'intensità, per associazione.
Ha bisogno quindi di margini per riorganizzarsi.

La chiarezza mentale si protegge quando ciò che la persona fa, ciò che il sistema chiede non forzano la mente a stare in assetti impossibili per troppo tempo.
Quando esistono micro-spazi per "decomprimere", riorientarsi, integrare ciò che è accaduto.

Pretenderla in condizioni che non la permettono porta rigidità, errore, autocritica e saturazione.
Proteggerla, invece, libera il pensiero: lo rende preciso, fine, capace di scegliere e di creare.

La vera domanda a volte non è "perché non riesco a essere lucido?".
La domanda è: quali condizioni permettono alla mia mente di tornare alla sua chiarezza naturale?

Questo è il campo di osservazione del Creative Mental Health Lab: trasformare la chiarezza mentale da sforzo individuale a condizione di compatibilità tra mente e sistema di lavoro.

Fouzia Draoua

Director @Resilience Room Lab