La perfezione - l'ospite invisibile della creatività
Alcune menti creative non cercano la perfezione.
La percepiscono.È una differenza enorme. Per chi ha un sistema percettivo più denso, il "quasi va bene" non è sufficiente perché… non suona bene.
È come se il cervello avesse un diapason interno: individua le stonature, non per giudizio ma per risonanza.
Questa iper–percezione non è un tratto caratteriale, ma un funzionamento del sistema nervoso descritto anche nelle ricerche di V.S. Ramachandran- University of California, San Diego (UCSD) - che mostrano come alcune menti elaborino gli stimoli sensoriali con una sensibilità più fine e una capacità superiore di rilevare pattern, sfumature e micro-variazioni. È da questo livello di percezione che nasce la spinta verso la perfezione.
- Il creativo "vuole tutto perfetto"? In realtà vede tutto, e non può non vederlo.
Questo assetto porta a risultati di altissima qualità, ma porta anche un rischio:
la fatica percettiva, cioè il consumo continuo di attenzione per monitorare e correggere micro-dettagli che altri non rilevano.
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